Ormai lo sapete, il martedì è il giorno dedicato alle leggende metropolitane e oggi parleremo del quarto racconto della mia antologia: "L'autostoppista fantasma", un altro evergreen.
Questa storiella è talmente famosa che è quasi superfluo riassumerla, tuttavia, per i pochi che non la conoscono, ecco la sua versione più nota: a tarda notte, un giovane automobilista s'imbatte in una bellissima ragazza in cerca di un passaggio e, notando che è infreddolita, le presta la sua giacca. Il viaggio prosegue senza intoppi, l'autostoppista raggiunge la sua destinazione e ringrazia il suo benefattore prima di congedarsi. Soltanto quando ha percorso un buon tratto di strada, l'automobilista si ricorda della giacca imprestata e decide di tornare a riprendersela il giorno dopo. Al mattino, però, quando bussa alla porta della ragazza, il giovane trova solo un'anziana coppia: avevano una figlia, in effetti, ma lei è morta in un incidente avvenuto anni prima, proprio nel punto in cui lui l'ha fatta salire.
La storia dell'autostoppista fantasma ha ispirato moltissimi autori e non posso non citare il mio mentore - Stephen King - che nel suo "Passaggio per il nulla" ha messo in scena una spassosa inversione di ruoli, tuttavia mia cugina Rila sostiene che nessuno di loro, neanche il più talentoso, si sia avvicinato alla realtà e lei parla a ragion veduta, essendo un'assidua frequentatrice di Valle Cinerina, il posto in cui si sono svolti i fatti...
E i fatti sono quelli che conosciamo? Assolutamente no. Innanzitutto alla guida dell'auto - un Maggiolino verde pistacchio, a quanto pare - c'era una ragazza con un'idea piuttosto ferrea su come un'automobilista dovrebbe comportarsi e decisa a non caricare mai autostoppisti, salvo in un caso... Si mormora che i genitori l'avessero spedita a un rave per riportare a casa la sua scapestrata sorella minore e che sia stata proprio la giovane a cui ha dato un passaggio a indirizzarla verso un capannone in cui due individui conosciuti come La Signora del Tempo e Mr. Fine dei Giorni erano ai ferri corti per un pasticcio tanto grave da sovvertiew l'ordine delle cose... Per sapere di che si tratta e ammirare la splendida creatura dietro la curva nell'illustrazione che apre il post, non vi resta che procurarvi una copia del primo volume di "Urban Legends".
P.S. Come in altri racconti della raccolta, anche qui c'è un riferimento non troppo velato a un'altra leggenda metropolitana meno nota... lo coglierete?
1 commento:
E che versione particolare e nuovissima di una leggenda fin troppo nota, tanto da sembrare quasi vera....molti la raccontano come se fosse successa a loro conoscenti....Ma così, nella versione di Rela, non l'avete mai sentita raccontare.....ci scommetto!
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