martedì 28 febbraio 2023

Polybius


Quando ero piccola le sale giochi vivevano il loro momento d'oro: emblema di un'epoca mai dimenticata che rivive in parecchie opere odierne - "Stranger Things", su tutte - il cabinato esercita tuttora un certo fascino sui nostalgici come me... Un tempo lo trovavi anche nei bar e chi era bravo poteva tirare avanti un pomeriggio intero con 500 lire a distruggere carri armati in "Metal Slug" o a menare lo sfidante di turno nei vari picchiaduro, una deliziosa perdita di tempo di certo più innocua e stimolante delle macchinette ciuccia-soldi su cui oggi in molti si spengono, dilapidando stipendi.

I giochi cult erano tanti, teneramente ricordati in film come "Pixels" e "Ralph Spaccatutto" e, seppur surclassati dall'avvento delle consolle, hanno mantenuto un alone magico che li ha resi immortali, ma ce n'è uno che non suscita reminiscenze proustiane, bensì un disagio profondo e indefinibile... 

Si tratta di un prodotto della fantomatica azienda tedesca Sinneslöschen: Polybius. Citato in serie celebri come "The Simpsons" e in molte altre, questo videogioco è per tutti un mistero: c'è chi sostiene che sia stato progettato su ordine della C.I.A. per testare le giovani menti, altri ritengono che sia il frutto di una mente malata, bramosa di indurre una generazione a un suicidio di massa, ma in pochi l'hanno visto davvero e - c'è davvero bisogno che ve lo dica? - mia cugina Rila fa parte dell'esigua schiera dei fortunati che hanno portato a termine una partita e sono ancora vivi per raccontarlo.

Che cosa mi ha svelato di quest'esperienza? Che è un po' come giocare a "Space Invaders"sotto LSD e che sa per certo che il cabinato sia passato per le mani di un grande appassionato degli anni Ottanta, noto collezionista di oggetti dell'occulto... Pare che nel suo scantinato si celino tesori molto pericolosi, legati a leggende metropolitane ben più note di questa e che gli ultimi a vedere questa camera delle meraviglie e a giocare a Polybius siano stati i suoi nipoti, due nativi digitali abituati a ben altro che a un'accozzaglia di schermate senza senso, disturbanti quanto insensate. 

Chissà se anche loro sono riusciti a vincere una partita e se un giorno ci forniranno qualche informazione in più... Per scoprirlo non vi resta che leggere il quinto racconto di "Urban Legends", il più breve della raccolta.

Alla prossima!

martedì 21 febbraio 2023

L'autostoppista fantasma

 


Ormai lo sapete, il martedì è il giorno dedicato alle leggende metropolitane e oggi parleremo del quarto racconto della mia antologia: "L'autostoppista fantasma", un altro evergreen. 

Questa storiella è talmente famosa che è quasi superfluo riassumerla, tuttavia, per i pochi che non la conoscono, ecco la sua versione più nota: a tarda notte, un giovane automobilista s'imbatte in una bellissima ragazza in cerca di un passaggio e, notando che è infreddolita, le presta la sua giacca. Il viaggio prosegue senza intoppi, l'autostoppista raggiunge la sua destinazione e ringrazia il suo benefattore prima di congedarsi. Soltanto quando ha percorso un buon tratto di strada, l'automobilista si ricorda della giacca imprestata e decide di tornare a riprendersela il giorno dopo. Al mattino, però, quando bussa alla porta della ragazza, il giovane trova solo un'anziana coppia: avevano una figlia, in effetti, ma lei è morta in un incidente avvenuto anni prima, proprio nel punto in cui lui l'ha fatta salire.

La storia dell'autostoppista fantasma ha ispirato moltissimi autori e non posso non citare il mio mentore - Stephen King - che nel suo "Passaggio per il nulla" ha messo in scena una spassosa inversione di ruoli, tuttavia mia cugina Rila sostiene che nessuno di loro, neanche il più talentoso, si sia avvicinato alla realtà e lei parla a ragion veduta, essendo un'assidua frequentatrice di Valle Cinerina, il posto in cui si sono svolti i fatti...

E i fatti sono quelli che conosciamo? Assolutamente no. Innanzitutto alla guida dell'auto - un Maggiolino verde pistacchio, a quanto pare - c'era una ragazza con un'idea piuttosto ferrea su come un'automobilista dovrebbe comportarsi e decisa a non caricare mai autostoppisti, salvo in un caso... Si mormora che i genitori l'avessero spedita a un rave per riportare a casa la sua scapestrata sorella minore e che sia stata proprio la giovane a cui ha dato un passaggio a indirizzarla verso un capannone in cui due individui conosciuti come La Signora del Tempo e Mr. Fine dei Giorni erano ai ferri corti per un pasticcio tanto grave da sovvertiew l'ordine delle cose... Per sapere di che si tratta e ammirare la splendida creatura dietro la curva nell'illustrazione che apre il post, non vi resta che procurarvi una copia del primo volume di "Urban Legends".

P.S. Come in altri racconti della raccolta, anche qui c'è un riferimento non troppo velato a un'altra leggenda metropolitana meno nota... lo coglierete?

martedì 14 febbraio 2023

Rat-Dog

 


Nel dettaglio della magnifica illustrazione di Alessio Fiorasi che incornicia l'introduzione di "Rat-Dog" - terzo racconto della raccolta - il topo-cane ha un'aria piuttosto minacciosa e a nessuno verrebbe voglia di rischiare di buscarsi una multa salata per farlo passare di nascosto dalla frontiera di un paese straniero, come accade nella celebre leggenda metropolitana che lo vede protagonista. 

In verità, Rila mi ha rivelato che è assai difficile distinguere questa particolare razza di roditore da un adorabile cucciolo da esposizione e questo spiegherebbe perché chiunque si imbatta in queste bestiole desideri adottarle a tutti i costi, ma andiamo per ordine...

Chi non ha mai sentito la storiella della facoltosa signora in vacanza in un posto esotico (il Messico, il più delle volte) che trova un cagnolino smarrito, se lo porta via e alla prima visita del veterinario scopre di essersi messa in casa un gigantesco ratto malato? Impossibile non conoscerla, è famosa almeno quanto quella del tizio che si risveglia senza un rene in una vasca colma di cubetti di ghiaccio, tuttavia la mia sorprendente cugina mi ha raccontato una versione che si discosta parecchio dalle altre. 

In primis, non c'è nessuna signora in vacanza bensì un uomo di affari, in viaggio di lavoro in Romania. Il suo capo gli ha assegnato un incarico strettamente riservato di cui non avrebbe mai voluto occuparsi e non per l'ansia da prestazione che l'enormità della cifra in ballo comporta: è il passato che lo lega a quella sperduta cittadina ad angustiarlo, un passato che ha a che fare con un'altra leggenda urbana poco nota che forse non riconoscerete, ma che vi inquieterà parecchio.

Un'improvvisata assai sgradita, un manipolo di bambini invadenti, una fabbrica dismessa che tutti vogliono sono soltanto alcuni degli elementi di una vicenda in cui proprio nulla è come sembra, dunque non vi resta che prendervi una stanza all'Hotel Amurg e osservare gli sviluppi.

In quanto a me, vi aspetto martedì 21 febbraio per svelarvi qualche curiosità sul quarto racconto di "Urban Legends": "L'autostoppista fantasma".

martedì 7 febbraio 2023

Elvis

 


Il Re, il più grande di tutti, è ancora qui in mezzo a noi? A giudicare dall'impressionante numero di avvistamenti di Elvis Presley dopo il 16 agosto 1977, data della sua - presunta? - dipartita, la risposta dovrebbe essere un altisonante "sì" e in un certo senso è un'ipotesi accettabile: sono l'affetto e il ricordo a mantenere in vita chi non c'è più e siamo in parecchi a desiderare che la sua fine ingloriosa sia soltanto una bugia, un modo per affrancarsi da una fama che alla fine lo avrebbe schiacciato.

Ho letto innumerevoli articoli riguardanti le apparizioni di Elvis: qualcuno sostiene di averlo visto all'aeroporto di Memphis proprio il giorno in cui è stata annunciata la sua morte, in partenza per Buenos Aires; altri sostengono che non si sia mai mosso da Graceland e di averlo incontrato durante una visita guidata alla villa; in molti giurano che si trovasse in Michigan alla fine degli anni Ottanta; secondo i più informati è entrato in un programma protezione testimoni dell'FBI dopo aver incastrato pericolosi criminali e che dire di chi lo ha identificato in una comparsa in un celebre film?

Le congetture si sprecano anche a causa di alcune stranezze che si sono verificate durante il funerale del Re: un suo cugino - guarda un po'! - ha ventilato l'ipotesi che il cadavere appartenesse a qualcun altro dato che non assomigliava affatto all'uomo che conosceva, devastato dagli eccessi, ma non è il solo... alcuni giurano che si trattasse di una statua di cera. 

Ad alimentare il mistero c'è anche il fatto che il rapporto dell'autopsia è secretato e sarà reso pubblico soltanto nel 2027, inoltre, come se non bastasse, il secondo nome di Elvis sulla lapide - Aron - è scritto in modo errato... un segnale inequivocabile per i fan più accaniti? Un altro cugino - per l'appunto - sostiene che lui preferiva firmarsi "Aaron", ma chi gli crede?

L'unica cugina attendibile è la mia, Rila, anche perché solo lei può dimostrare che l'amico di una sua amica conosce una certa Rossana che è stata proprio l'ultima a imbattersi nel Re... per sapere com'è andata non vi resta che leggere il secondo racconto di "Urban Legends": Elvis

Soundtrack

Ci sono molti autori che non possono fare a meno di un accompagnamento musicale durante le loro sessioni di scrittura o del brusio di sottof...