Dove va l'austera berlina nella bella illustrazione di Alessio Fiorasi e, sopratutto, cosa si lascia alle spalle? Due interrogativi che trovano risposta nel sesto racconto di "Urban Legends - Rila's Edition": "La Volga Nera".
Immagino che da noi non si sia mai visto questo modello d'auto, neppure quando era in voga - tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Settanta - ma pare che nell'ex Unione Sovietica fosse un lusso a cui gli alti funzionari dello Stato difficilmente rinunciavano; essendo uno status symbol, prerogativa di uomini tanto potenti da ritenere inconcepibile un rifiuto a qualsiasi richiesta, è comprensibile che questa macchina sia stata associata a questioni losche.
La versione più nota della leggenda metropolitana che la vede protagonista è la seguente: in una serata nevosa, una Volga nera segue passo passo una giovane avvenente, qualcuno abbassa il finestrino per chiederle un'innocua informazione e quando la ragazza si sporge per fornirla lo sportello posteriore dell'auto si spalanca e due braccia nerborute la catturano...
Della poveretta non si avranno più notizie, quando si è intoccabili è facile insabbiare i propri crimini e chi mai a quei tempi avrebbe contestato l'élite del Partito? Pubblicamente nessuno, ma è impossibile zittire i mormorii e tutti sono concordi su quale sia stato il destino delle fanciulle rapite: ridotte a schiave sessuali per il diletto dei Soviet, non hanno avuto il privilegio di invecchiare.
Sarà vero? Di certo è una variante più probabile di quella che sostiene che ci fosse la Baba Jaga alla guida o forse no: secondo Rila, infatti, la megera qualcosa c'entra con quest'intricata vicenda e pare che abbia notizie quasi certe riguardo al coinvolgimento di un'ambulanza nera... vi ricorda qualcosa?
Negli anni Novanta si parlava spesso di questa fantomatica vettura - magari ogni paese del mondo ha il suo mezzo del terrore - che si aggirava nel Sud Italia in cerca di bambini da rapire: che dietro queste sparizioni si celi la stessa mano? E che ruolo ha una strega in una faccenda del genere?
Mia cugina me l'ha detto e io ho scritto questo complesso racconto proprio per mettervi a parte di una scomoda verità: traffico d'organi? Tratta delle bianche? Droga? Quali sono i segreti custoditi negli abitacoli di questi due mortiferi veicoli? Bè, basta seguire le vicissitudini di una certa Tatiana per scoprirlo...
In quanto a noi, l'appuntamento è per martedì prossimo per sviscerare la seconda creepypasta dell'antologia: "Candle Cove".
1 commento:
Spesso le auto scure sono state associate ai "potenti", ai servizi segreti, ad appartenenti alla criminalità organizzata...sempre a qualche cosa di inquietante...moderna versione delle carrozze ottocentesche...ma la cugina Rela anche questa volta vi stupirà con la sua versione particolare e originale! Da leggere!
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